1° convegno della Rete delle Scuole Dialogiche
AGRIGENTO
21 - 22 - 23 ottobre 2022
Le scuole della rete condividono la consapevolezza, la responsabilità, l’incertezza e le preoccupazioni per l’emergenza educativa e desiderano attivarsi per contribuire a trovare un percorso comune per affrontarla in modo creativo, partecipato, condiviso ed efficace e promuovere una innovazione sociale trasformativa capace di iniziative glocali per re immaginare come i processi di apprendimento-insegnamento la conoscenza, le competenze possono plasmare il futuro dell'umanità, del pianeta, dei territori in cui si vive.
Le scuole hanno deciso di costituirsi in una rete aperta per offrire alla comunità educante l’opportunità di aprirsi al dialogo al fine di promuovere una nuova alleanza educativa e sostenere un cambio di paradigma fondato sulla consapevolezza, la dialogicità, la responsabilità, l’impegno e l’alleanza al fine di co-costruire il futuro ricco di speranze ragionevoli e imparando a limitare le “sofferenze inutili”.
La Rete, al suo primo incontro, si è costituita nel mese di settembre del 2021, vuole sviluppare ricerca, formazione, progettazione e sperimentazione di azioni dialogiche e azioni interdipendenti tra le scuole della rete, gli studenti e le loro famiglie, i docenti, i dirigenti e i loro territori.
Le scuole della rete hanno individuato nelle pratiche dialogiche, così come proposto dalla Università di Pisa e da Dialogical Practices Coaching and Mindfulness (DPC&M), l’approccio adeguato ed efficace per affrontare anche i temi divisivi, altrimenti detti diabolici, dell’emergenza educativa. La condivisione delle buone pratiche si inserisce nel lungo e generativo percorso che ogni Istituzione scolastica della rete ha fin qui promosso e già realizzato negli anni, per promuovere un’alleanza democratica ed inclusiva, che veda insieme tutte le componenti della comunità scolastica, le reti sociali e governance locali, uniti nel comune inter-essere per la costruzione di comunità educanti. Un’alleanza fondata sulle relazioni, sul dialogo, sull’arte di fare e di ricevere domande, sulle narrazioni individuali e collettive, sul riconoscimento e lo sviluppo delle competenze trasversali praticate nel quotidiano, oltre le life skills, e delle capability.
La rete è impegnata a praticare la dialogicità in tutte le sue dimensioni relazionali: personali, collettive, didattico-metodologiche e organizzative. Le pratiche dialogiche sono integrate dalla pratica della mindfulness relazionale e dall’acquisire un “atteggiamento da coach”.
La rete focalizza l’attenzione, i suoi sforzi e le sue energie sulla costruzione dell'alleanza educativa tra scuola-studenti-famiglie-territorio come opportunità di Ben-Essere per tutti e per ciascuno. Ri-generare l’alleanza educativa come speranza ragionevole di futuro.
Costruire una nuova alleanza, con la partecipazione diretta degli alunne/i e delle famiglie, costituisce la base per un progressivo miglioramento delle relazioni intergenerazionali e, soprattutto, permette di affrontare insieme le sfide epocali che il XXI secolo ci pone.
Oggi non abbiamo la minima idea di come sarà il mondo nel 2050. Non sappiamo che cosa faranno le donne e gli uomini per procurarsi da vivere, non sappiamo in che modo funzioneranno le istituzioni o le burocrazie, non sappiamo quale sarà la cultura e il costume che guiderà le relazioni. È molto probabile che le persone vivranno molto più a lungo di oggi e lo stesso corpo umano potrebbe diventare l’oggetto di una rivoluzione senza precedenti grazie alla bioingegneria e alle interfacce cervello-computer. Quindi gran parte di ciò che insegniamo oggi ai ragazzi entro il 2030 potrebbe essere già del tutto irrilevante, obsoleto. Molti dei nostri studenti questa sensazione, seppur per lo più inconsapevole, la vivono e spesso la manifestano già.
Alcune domande si impongono alla nostra attenzione di educatori, ad esempio:
Qual è il senso del nostro essere dirigenti, docenti, educatori?
Qual è il senso della relazione dei figli, studenti, bambini, giovani con gli adulti?
Qual è il senso di ciò che sono chiamati ad imparare?
Qual è il senso di ciò che siamo chiamati ad insegnare?
Qual è il senso del loro-nostro essere a scuola?
Quali motivazioni e intenzioni hanno-abbiamo per partecipare e condividere i processi
educativi di apprendimento-insegnamento?
Quello che sappiamo è che se l’umanità vorrà ancora essere protagonista del suo futuro dovrà contare ancora di più sulla interdipendenza delle relazioni, sulla possibilità di generare e vivere polifonie esistenziali. In uno scenario del genere per la scuola è forse meno utile trasmettere ai suoi allievi nozioni che diventerebbero solo ulteriori informazioni, senza trasformarsi in autentico nutrimento culturale. I ragazzi, ma anche noi, hanno bisogno di strumenti e pensiero critico per interpretare le informazioni, per distinguere nel mare di informazioni che trovano nella rete ciò che è importante da ciò che è irrilevante e soprattutto per poter orientarsi e inquadrare tutte le informazioni in un’ampia visione planetaria. Se i nostri sistemi educativi non riusciranno ad offrire alle prossime generazioni una visione complessiva del cosmo, il futuro della vita sarà deciso dal caso, o meglio dagli algoritmi, dalle biotecnologie, le nuove generazioni rischiano di essere oggetti del biopotere, servi muti della tecnologia. Ecco perché le decisioni educative che prendiamo oggi condizioneranno il futuro come mai è avvenuto nei secoli precedenti.
Quali fenomeni al centro della didattica del presente-futuro?
Capacità critica, comunicazione, collaborazione, creatività, cambiamento e dialogo.
Si tratta di ridurre le conoscenze tecniche disciplinari specifiche e di sviluppare le abilità utili alla vita, che possiamo definire competenze trasversali, come strumenti per distinguere il grano dal loglio. La consapevolezza, l’interdipendenza, la connectedness, così come la discontinuità, l’incertezza, l’impermanenza saranno ancor più caratteristiche della realtà futura, la cui unica certezza ineludibile sarà il continuo e repentino cambiamento. Infatti il problema più urgente che si trovano ad affrontare i sistemi educativi è relazionale. Come dice Rovelli: “Non sono le cose che possono entrare in relazione, ma sono le relazioni che danno origine alle cose. Gli eventi della natura sono sempre delle interazioni. Tutti gli eventi di un sistema occorrono a un altro sistema”.
Impegniamoci a co-costruire il presente-futuro insieme!